martedì, dicembre 25, 2007

24 ore di viaggio

Partiamo da Chiang Mai alle 16.30 con una valigia di 20 kg in piu' piena di shopping.
Il nostro treno e' un espresso e la nostra carrozza e' di prima classe, essendo la prima volta abbiamo optato per il meglio.....
Ci facciamo strada nel corridoio e solo grazie all'aiuto del personale di bordo riusciamo con fatica a far entrare le nostre valigie nello scompartimento. Le poltrone sono molto comode e la pulizia non e' ne piu' ne meno di un treno italiano, mentre l'aria condizionata ci permette di sopportare il sole cocente del tramonto che sbatte sul nostro finestrino. Alle 19.00 viene servita la cena direttamente sulle nostre poltrone ed indenni la superiamo senza far cadere zuppe cocenti e condimenti piccanti su Magenta, super eccitata di poter dormire in treno.
Alle 20.00 l'addetto alla carrozza, gentilmente trasforma le nostre poltrone in un letto a castello, e si cominciano a far strada qualche scarafaggio che ci terra compagnia per la notte. Magenta crolla in un piacevole e profondo sonno.
Superiamo la notte indenne, ci svegliamo alle 04.45 ed alle 06.00 scendiamo alla stazione di Don Muang con solo 25 minuti di ritardo.
L'aeroporto e' dall'altro lato della strada, dopo aver trovato chiuso un passaggio pedonale optiamo per un taxi che in 5 minuti ci porta alle partenze nazionali. Don Muang e' il vecchio aeroporto di Bangkok, ed ha tutta l'aria, dopo momenti di gloria, di vivere in un lento declinio.
Le sale di attesa sono enormi e vuote e sul cartellone si contano non piu' di 40 voli giornalieri.
Alle 9.10 prendiamo il nostro volo per Trang con la Nok Air, ribatezzato Aereo Qua Qua da Magenta.
Arrivati a Trang, prima andiamo a prenotare il treno da Hat Yai per Bangkok (questa volta solo seconda classe, la prima tutta piena, ma non e' che ci sia differenza) e poi prendiamo uno strapieno pulmino che ci porta in 45 minuti ad Hat Yao (il porto di Trang). Saltiamo su una long tail boat e con un motorino e la popolazione locale raggiungiamo il porto di Ko Libong attraverso un fiordo rigoglioso di mangrovie.
Il porto di Ko Libong ha il suo fascino, per via delle case traballanti e dotate di satellite, e per la popolazione che sembra ancora vergine al contatto con i turisti. Gli uomini sembrano divertiti dei nostri bagagli, mentre con le donne e' difficile incrociare lo sguardo (siamo in zona musulmana e si vede). Il nostro viaggio termina solo dopo 7 interminabili chilometri su una strada sterrata che attraversa l'isola. Arriviamo un po' stanchi ma ne e' valsa veramente la pena.......

Ko Libong, 18 dicembre 2007